Salviamo il Villino dei Faggi
Il villino Roi, detto “dei Faggi” è un edificio in stile liberty progettato da Giovanni Battista Saccardo per la famiglia Fogazzaro a Tonezza (VI). Qui infatti all’inizio de 900 soggiornava la figlia dello scrittore Antonio Fogazzaro (che lo inserisce nel romanzo Piccolo Mondo Moderno come Villino dei faggi), Gina, nonna del marchese Giuseppe “Boso” Roi, nobile vicentino. Il villino negli anni 1950 è stato acquistato dalle ACLI vicentine, che lo hanno utilizzato come centro formativo atto a “far crescere delle personalità salde, capaci di assumersi delle responsabilità, per maturare laici consapevoli della loro vocazione cattolica”, e come luogo di soggiorno per i lavoratori cristiani e le loro famiglie. Nel 1976 il villino viene ampliato per essere utilizzato come scuola alberghiera E.F.A.L. (Ente Formazione e Addestramento Lavoratori è un’associazione privata di diritto civile costituita nel 1972, promossa e realizzata dal Movimento Cristiano Lavoratori). Da una quindicina di anni il villino è in stato di abbandono, e qualche anno fa un rogo ha distrutto le antiche scuderie antistanti al fabbricato. Il villino è posto al termine del Cammino Fogazzaro Roi, inserito nella rete dei Cammini Veneti. Nel 2019 si è costituito un comitato per il recupero della struttura che sta dialogando con le realtà politiche, amministrative, culturali con la volontà di acquisire e recuperare l’immobile.
Mi sono imbattuto nella storia di questo edificio facendo una ricerca sul mondo delle ACLI Vicentine, che erano proprietarie della Casa Alpina di Camposilvano, altro edificio abbandonato che avevo avuto modo di visitare alcuni anni fa. Ho cercato quindi di acquisire informazioni e materiali inerenti la storia e la vita del villino, sono andato a realizzare delle fotografie dell’attuale stato in cui versa, mi sono messo in contatto con un gruppo di ex studenti della scuola EFAL e con il comitato “Salviamo il Villino dei Faggi Fogazzaro – Roi”, raccogliendo altra documentazione. Durante le esplorazioni al villino ho anche trovato alcune diapositive risalenti al periodo della scuola. Con questo materiale ho creato dei dittici formati da una fotografia che ho realizzato sul posto e da un “ricordo” fisico di ciò che è stato (libri, fotografie, quaderni, riviste, pubblicazioni) e come sfondo ho utilizzato degli scritti (pubblicazioni storiche, ciclostilati, riviste, appunti) inseriti attraverso una tecnica di collage digitale, evocazioni di voci lontane nel tempo delle persone che hanno trascorso dei periodi della loro vita in questo luogo. Mi auguro che questo lavoro possa essere uno strumento utile a dare un contributo per un futuro recupero di questo edificio storico.